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Funzionano i Decreti “Cura Italia” e “Liquidità”?

Il coronavirus ha messo a dura prova oltre alla nostra salute anche le nostre imprese, con 2,1 milioni di aziende e 7,3 milioni di addetti che hanno dovuto sospendere la loro attività lavorativa. Per il rilancio dell’economia il governo ha messo a punto un piano di liquidità attraverso i Decreti “Cura Italia” e “Liquidità“. Sono interventi che stanno funzionando?

La moratoria sui prestiti, il Decreto Cura Italia

I Decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ prevedono la possibilità sia di ottenere prestiti garantiti dallo Stato sia la moratoria dei mutui in corso.

Naturalmente per le imprese è stata una boccata di ossigeno, in quanto le altre misure di sostegno sono apparse insufficienti. Considerato il flusso di cassa che le aziende devono gestire.

Infatti, dalle rilevazioni della Banca d’Italia, risulta che le richieste di moratoria sui prestiti, alla data del 17 aprile, sono state circa 1,3 milioni per un controvalore di 140 miliardi.

Ad essere rilevante è anche la provenienza delle stesse, difatti poco più della metà sono riferibili ad aziende, l’altra metà provengono dalle famiglie.

Famiglie che evidentemente, analizzando ai numeri, anche loro hanno problemi di liquidità e non riescono a gestire il bilancio familiare.

Gran parte delle sospensioni richieste dalle famiglie è riferibile alla richiesta di sospensione del mutuo prima casa, per un controvalore di 36 miliardi.

Si stima che il 70% delle domande siano state accettate e solo l’1% rigettate.

Il Decreto Liquidità: come si muovono le aziende

Dalle rilevazioni fatte dal Mediocredito Centrale (MCC), si contano fino al 25 aprile, oltre 22.000 domande al Fondo di Garanzia per un controvalore pari a 3,1 miliardi di euro.

Di questi 115,3 milioni di euro (5.200 domande) per operazioni riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro.

I finanziamenti fino a 25.000 euro sono garantiti al 100% dallo Stato con un preammortamento di 24 mesi.

Questo poiché ad inizio aprile l’UE aveva cambiato i regolamenti che fissavano il tetto delle garanzie al 90% che ogni Stato poteva assicurare alle imprese. Anche se l’Italia ne ha approfittato solo in parte, per i finanziamenti fino a 25.000 mila euro.