Un metodo per ottimizzare la liquidità aziendale
È una notizia di qualche giorno fa, dopo alcuni anni di progressiva diminuzione, secondo la CGIA di Mestre, dallo scorso mese di gennaio ad oggi sono tornati ad aumentare i tempi medi di pagamento della Pubblica Amministrazione.
Allora come fare per ottimizzare la liquidità aziendale e la gestione finanziaria?
Uno degli strumenti è la certificazione del credito, fondamentale per le imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Per favorire lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della P.A., le amministrazioni pubbliche devono certificare, su istanza del creditore, gli eventuali crediti relativi a somme dovute per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali.
L’istanza di certificazione può essere presentata da chiunque (società, impresa individuale o persona fisica) vanti un credito commerciale non prescritto, certo, liquido ed esigibile, nei confronti di una P.A., tramite la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti accessibile all’indirizzo web: http://certificazionecrediti.mef.gov.it
Se la P.A. non provvede al rilascio della certificazione entro 30 giorni dalla ricezione dell’istanza, il creditore può chiedere sempre tramite la Piattaforma, la nomina di un commissario ad acta che sarà incaricato di provvedere, senza oneri a carico del richiedente, al rilascio della suddetta certificazione al posto della P.A. La certificazione reca la data entro la quale la P.A. deve procedere al pagamento.
Il creditore, ottenuta la certificazione, può utilizzare il credito in diversi modi. In particolare:
– può attendere il pagamento che la P.A. è tenuta ad effettuare entro la data indicata nella certificazione del credito, oppure, se intende acquisire liquidità immediata,
– può effettuare la cessione, anche parziale, ovvero chiedere un’anticipazione a valere sullo stesso presso una banca o un intermediario finanziario abilitato, oppure, se ha debiti verso l’erario e intende compensarli,
– può chiedere all’Agente della riscossione o all’Agenzia delle entrate la compensazione di tutto o parte del credito certificato.
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