automazione e formazione

Automazione e formazione: come trasformare il rischio in opportunità nel lavoro d’ufficio

Automazione e formazione non sono temi futuri: descrivono il presente di milioni di lavoratori italiani. Secondo il Rapporto “Intelligenza artificiale: una riscoperta del lavoro umano” (2025), oltre 10 milioni di lavoratori italiani saranno impattati dalle automazioni nei prossimi anni.
Il fenomeno non riguarda più solo le fabbriche: gli uffici, i servizi e la pubblica amministrazione stanno già vivendo una trasformazione silenziosa ma profonda.

L’introduzione di sistemi automatizzati e di intelligenza artificiale generativa sta modificando mansioni, ruoli e competenze richieste.
Eppure, accanto al rischio di sostituzione, emerge una prospettiva nuova: quella di un lavoro più umano, basato su capacità che nessuna macchina può replicare.


Dove colpisce l’automazione

Le automazioni non eliminano solo i compiti ripetitivi, ma anche parte delle attività cognitive di base. Le aree più esposte comprendono:

  • Mansioni amministrative, grazie ai software di automazione documentale;
  • Servizi al cliente e vendite, dove chatbot e assistenti virtuali gestiscono le interazioni standard;
  • Logistica e produzione, in cui la robotica riduce il lavoro operativo.

Il rischio, secondo il Rapporto, è che “l’automazione sostituisca non solo le mani, ma anche parte della mente”, se non accompagnata da un investimento mirato sulla formazione delle persone.


Il nodo italiano: competenze e polarizzazione

L’Italia si trova in una posizione delicata: alto potenziale di automazione e basso livello medio di competenze digitali.
Questo squilibrio crea una crescente polarizzazione tra chi si aggiorna e chi resta indietro.

Due effetti emergono con chiarezza:

  1. Sostituzione parziale di mansioni ripetitive;
  2. Trasformazione qualitativa dei ruoli, con richiesta di nuove competenze digitali e relazionali.

Solo una strategia formativa diffusa può evitare che milioni di lavoratori perdano occupazione o reddito.


Formazione: la chiave dell’automazione sostenibile

L’unico modo per trasformare l’automazione in opportunità è coltivare competenze umane e digitali in parallelo.
Tre direzioni di intervento risultano decisive:

  • Competenze digitali di base e data literacy, per comprendere e gestire le tecnologie.
  • Soft skill, come pensiero critico, collaborazione e intelligenza emotiva.
  • Apprendimento continuo, per mantenere nel tempo la propria occupabilità.

Come sottolinea il Rapporto, la tecnologia può liberare tempo per attività a maggior valore umano: creatività, relazione, decisione.


Automazione e formazione: perché agire ora

Rendere la formazione accessibile non è solo una scelta individuale.
Aziende e istituzioni possono già contare su strumenti concreti per sostenere i percorsi di aggiornamento:

  • Fondi interprofessionali, che finanziano piani di formazione aziendale.
  • Programma GOL, con percorsi di riqualificazione gratuiti per chi è in transizione lavorativa.
  • Piani regionali e PNRR, orientati alla digitalizzazione e al reskilling nelle PMI.

Investire oggi nella formazione significa preservare milioni di posti di lavoro domani.
Un esempio utile è offerto da formacontinua.it, che supporta imprese e lavoratori nella costruzione di percorsi formativi personalizzati e finanziati.


Conclusione: riscoprire il valore del lavoro umano

L’automazione può generare disuguaglianza o progresso.
La differenza sta nelle scelte che vengono fatte oggi.

Promuovere la formazione continua come diritto e leva strategica è la condizione per trasformare un rischio in un’occasione storica di innovazione e benessere.

“La vera innovazione non è quella che sostituisce l’uomo, ma quella che ne amplifica il valore.”
Rapporto “Intelligenza artificiale: una riscoperta del lavoro umano”, 2025


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